Nella storia di Olindo e Rosa, l’unico fatto non banale è la richiesta di moviola di un giudice
Ho incontrato una volta Rosa, una donnina minuscola e lenta nei movimenti. Non so nulla del suo caso e non esprimo alcuna opinione al proposito. Ma avendo studiato il caso del ‘bocconiano dagli occhi di ghiaccio’ per poter scrivere “Il garbuglio di Garlasco” (le migliaia di pagine di interrogatori, sit, intercettazioni, trascrizioni di udienza, rapporti di polizia, perizie e consulenze, e, accanto a questo, l’enorme e onirico materiale prodotto dai media), non ho difficoltà a immaginare le sciatterie, gli errori, le faziosità, sì, anche le faziosità da parte di periti e ahimè di uomini della legge, che sembrano passi obbligati, una sorta di Scilla e Cariddi attraverso cui ogni processo deve fortunosamente navigare.
Spesso è tutto un deja-vu, come ben sanno quei giornalisti che dedicano gran parte del loro lavoro di giornalisti a denunciare casi di errore giudiziario. Quello che non è per niente un già visto invece è il caso di un sostituto procuratore che chiede di fare un lavoro di moviola su tutto il procedimento.
Cuno Tarfusser, già giudice della Corte Penale internazionale dell’Aja, si è fatto uno scrupolo, anzi: non si è fatto alcuno scrupolo a rileggere tutte le carte giudiziarie della storia di Erba e a chiedere di riaprire il caso. Tanto da finire sotto le lenti disciplinari dei suoi colleghi, irritati da tanto ardire.
Non alberga il coraggio dell’autocritica nemmeno nel cuore dei giornalisti, così come ho notato per Garlasco: una volta che hai condannato con la tua penna non torni più indietro, se hai intaccato l’immagine di qualcuno, per riparare non offuschi la tua, non ti fai questo torto. Fa male vedere che un giornalista bravo come Mentana senta il bisogno di alzare gli scudi facendo dell’ironia sul fatto che “avremmo avuto forse tutti un abbaglio collettivo nel giudicare quei due colpevoli?” e dare per scontato di avere in mano la Verità. Devo ancora vedere un giornalista ammettere che la cucina quotidiana delle notizie porta ad essere spesso superficiali e fallosi, avere il coraggio di fare una marcia indietro e ripercorrere i propri passi per vedere se mai ci sia stato un umanissimo errore.