MI CHIAMANO EBREO CHE ODIA SE STESSO E ANTISEMITA
Maggio 2024
“Come figlio di una sopravvissuta all’Olocausto, sono orripilato dall’uso che fa il governo israeliano della storia. È una cosa da matti, oggi i razzisti chiamano razzisti gli antirazzisti da una vita. Io non temo di dire che, secondo me, il genocidio dei palestinesi che sta accadendo davanti agli occhi del mondo è da ascriversi al contesto culturale della supremazia bianca.”
Così Andrew Feinstein, membro durante il governo Mandela del parlamento sudafricano (dov’era riparata la sua famiglia decimata ad Auschwitz), poi dimissionario per protesta contro un affare di armi e corruzione, ora regista, autore e attivista a Londra, e direttore di Shadow World Investigations. Lo ha detto qualche giorno fa durante un talk dal titolo ‘Come si fa a responsabilizzare il potere?’, su Al Jazeera English, a confronto con il pubblico insieme con l’attivista e fotogiornalista bengalese Shahidul Alam.
“È stato scioccante” ha detto Feinstein, “vedere l’ambasciatore israeliano alle Nazioni Unite indossare la stella gialla di David – che era costretta a portare mia madre nella Vienna occupata – per giustificare il massacro che il suo governo sta facendo dei palestinesi. Il ‘never again’ non è un patrimonio degli ebrei, e neanche degli europei, ma riguarda tutta l’umanità. Perché ci scandalizziamo delle vittime della guerra in Ucraina e non ci muoviamo davanti all’infinita sofferenza dei Palestinesi? Forse perché non li vediamo uguali a noi?”