Esistono solo lettori-clienti, scrittori-fornitori di servizi, libri che devono offrire subito una gratificazione?
Il ghepardo Amazon (che dichiarò di “voler inseguire la gazzella malaticcia dei piccoli editori”) sta condizionando definitivamente lo stile e i contenuti della narrativa?
Per buona parte sì. Amazon ha trasformato non solo il modo in cui otteniamo la narrativa, ma anche quello in cui la leggiamo e la scriviamo. Perché conosce i nostri gusti, e sa anche quante pagine, ed esattamente QUALI pagine, noi leggiamo negli e-book. Pagando l’autore in base al numero di pagine lette, incentiva i finali sospesi e i colpi di scena, e la produzione di più pagine possibile. Conduce a replicare genere e microgenere all’infinito.
Cos’altro infatti garantisce il genere se non variazioni su una formula affidabile?
Nella “Guida alla qualità dei contenuti Kindle” Amazon mette in guardia lo scrittore non solo da errori di battitura, problemi di formattazione ecc ma anche da “contenuti deludenti”, e “contenuti che non forniscono un’esperienza di lettura piacevole”. La delusione letteraria ha sempre violato il “contratto” con il lettore. Ma nel mondo di Bezos i termini dell’accordo appaiono letterali.
In verità, se riflettiamo, lo stile del romanzo ha sempre seguito le sue modalità di distribuzione. In età vittoriana gli editori, per vendere di più, chiedevano ad autori del calibro di Charlotte Brontë, George Eliot, Benjamin Disraeli e Anthony Trollope di dispiegare i loro romanzi in 900 pagine divise in volumi di 300 pagine ciascuno. Dunque trame gonfiate, colpi di scena e personaggi con nomi che segnalavano la loro personalità per renderli memorabili attraverso 900 pagine.
Alla fine dell’Ottocento fu il più grande distributore allora di libri, Mudie, a chiedere romanzi in un solo volume. E l’avvento del tascabile aprì ancora a nuovi stili e contenuti.
Quindi, forse proprio ragionando sul romanzo-commodity di Amazon, e sulle varie condizioni storiche della distribuzione, possiamo arrivare a comprendere cosa resta come essenza ultima del romanzo, quella che non nasce dal mercato e dal mercato non viene formata.