Che accade oggi “se un innocente è abbandonato nelle mani dell’errore, o della passione, o del fanatismo.” E se i giudici, condannandolo, “non corrono altro rischio se non quello di aver fatto uno sbaglio
Le parole virgolettate sono di Voltaire. E anche queste che seguono: “Qualche fanatico della plebaglia si mise a gridare che Jean Calas aveva impiccato suo figlio. Questo grido, ripetuto, divenne unanime. Un attimo dopo, non c’erano più dubbi. E gli animi, una volta smossi, non si calmano più. Il magistrato, eccitato da queste dicerie e desideroso di farsi valere con una pronta esecuzione, avviò una procedura contraria alle regole e alle ordinanze.”
Ci ricorda qualcosa? Questo post del condirettore di Percorsi Penali, Vincenzo Giuseppe Giglio, sull’errore giudiziario e sul mancato onore dei giudici, è incredibilmente ricco di spunti. Parte da Voltaire per arrivare al funzionamento della giustizia penale oggi.
Si dovrebbe aggiungere una riflessione sui media, dove il grido della folla oggi è ululato dal web, o dalla tv che ragiona di processi come di partite di calcio.