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No one can say: I didn’t know

26 dicembre 2024
Attias

(sorry, this text is only in Italian)

Jean-Christophe Attias, francese di padre ebreo e madre cattolica, profondo studioso e docente universitario di cultura ebraica, sposato (e coautore di molti dei suoi numerosissimi libri in argomento) con Esther Benbassa, ebrea sefardita cresciuta in Jaffa e Tel Aviv, studiosa anch’essa di ebraismo, storia di Israele, rapporti fra ebrei e musulmani, è una delle 300 personalità firmatarie di un appello su Libération che chiede di non chiudere gli occhi su Gaza

Così spiega oggi sul suo account linkedin:

“Nessuno potrà dire di non essere stato a conoscenza dei massacri che stavano avvenendo.

Dal massacro del 7 ottobre, in cui più di 1.200 israeliani, tra cui 900 civili, sono stati uccisi e 250 persone sono state prese in ostaggio dai commando di Hamas e dai suoi alleati, lo Stato di Israele, sotto la guida di Benjamin Netanyahu e di diversi ministri di estrema destra che proclamano la loro ideologia fascista, sta conducendo una guerra senza precedenti per durata, ampiezza e violenza.

Secondo i dati provvisori, più di 44.000 palestinesi sono stati uccisi, oltre ai dispersi sepolti sotto le macerie. Più di 100.000 sono rimasti feriti e 2,3 milioni sono stati costretti a spostarsi più volte. Gaza, sotto i bombardamenti, la paura e la devastazione, è ridotta in cenere e macerie. Migliaia di bambini sono stati uccisi, centinaia sono stati amputati, più di 17.000 sono orfani o isolati dalle loro famiglie.

Le restrizioni sul cibo e sugli aiuti medici hanno indotto le ONG e le agenzie delle Nazioni Unite a mettere in guardia contro la carestia, la sete e le malattie che stanno uccidendo uomini, donne e soprattutto bambini. Questa situazione è stata aggravata dalla decisione israeliana di mettere al bando l’UNRWA, l’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso dei palestinesi nei territori occupati e dei rifugiati, creata da una risoluzione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel dicembre 1949. Il ritorno al potere di Donald Trump è un’altra grande minaccia.

Allo stesso tempo, i coloni protetti, a volte sostenuti dall’esercito israeliano, stanno aumentando il numero di omicidi di civili palestinesi in Cisgiordania. In Libano, i bombardamenti israeliani degli ultimi due mesi, in risposta agli attacchi di Hezbollah, hanno ucciso quasi 4.000 persone e ne hanno ferite più di 16.000. Più di 1,2 milioni di rifugiati libanesi, palestinesi e siriani sono dovuti fuggire dal paese.

Di fronte a questa escalation mortale e alle molteplici violazioni del diritto internazionale che hanno portato la Corte penale internazionale a emettere un mandato di arresto contro il primo ministro Benjamin Netanyahu, il suo ex ministro della Difesa Yoav Gallant e Mohammed Deif, leader di Hamas, per crimini di guerra e crimini contro l’umanità, noi, artisti, intellettuali, giornalisti, accademici, cittadini tutti, impegnati nel rispetto della dignità umana, non possiamo tacere.”

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