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Quando sentiremo finalmente il peso della nostra inazione?

ottobre 2024
Screenshot

Yara Sharif è una giovane e brillante architetta che insegna all’Università di Londra. È Palestinese, tutta la sua famiglia vive e muore in Palestina. La foto dei suoi nipotini che vedete qui, uccisi sei giorni dopo l’inizio delle operazioni ordinate da Netanyahu a Gaza, è solo la prima che mi ha inviato.

Mi è capitato di essere vicina a lei nel giorno in cui uno dei suoi cugini è stato ucciso dall’irruzione dell’esercito israeliano a fine agosto in Cisgiordania. Ma nell’arco dei mesi che intercorrono fra ottobre ’23 e agosto ’24, per Yara è stato solo un lungo rosario di morti, fra cognati e cognate, zie, altri bambini della famiglia. E non è finita. Come dice lei, è h 24 sintonizzata sulle notizie della Palestina, e sa che ogni momento può arrivare per lei una notizia più personale delle altre.

Yara è anche un’incrollabile amica, forte come un giunco, abituata a piegarsi al vento dal giorno in cui è nata senza permettere mai a nessuno di spezzarla. Yara mantiene la lucidità, e la sua umanità, e la sua capacità di amare, anche nell’attraversamento del dolore più atroce, che ormai dura ogni giorno – ogni giorno – da un anno.

Ma chi salverà le nuove generazioni di palestinesi, come potranno convivere con un trauma così totale? L’Europa ha dato a Israele uno Stato dopo il nazismo, sentendo il peso della colpa del suo silenzio e inazione durante quel genocidio. Quando ci sentiremo in obbligo – sentendo finalmente il peso imperdonabile della nostra inazione – di dare anche ai Palestinesi il loro Stato?

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