Se sei un autore nero e queer in us, e ricordi che non tutti i ragazzi sono blu
“All boys aren’t blue”, titolo dalle molte belle possibili traduzioni e sfumature, è un libro di memorie del 2020 indirizzato al mercato editoriale ’young adult’. L’autore, George M. Johnson, vi racconta la sua infanzia, adolescenza e anni del college nel New Jersey e in Virginia. Dai denti spaccati dai bulli all’età di cinque anni alle visite al mercato delle pulci con la nonna fino alle prime esperienze sessuali all’età di vent’anni, racconta le prove che ha dovuto affrontare e superare crescendo da ragazzo nero e queer.
Oggi il libro è stato bandito in 8 Stati e il suo autore deve anche affrontare una denuncia penale da parte di un genitore della Florida. Leggo la notizia su Time di questa settimana.
“Tutta la mia vita ho dovuto leggere libri o guardare programmi eterosessuali e questo non ha cambiato il mio orientamento, giusto? Quindi funziona così anche dall’altra parte immagino, a meno che tu non stia già nutrendo dubbi sulla tua identità”, dice fra l’altro Johnson in questa intervista.
E’ sempre più lunga e inappropriata la lista dei libri censurati oggi in US (perfino Toni Morrison è stata bandita in alcune scuole), così come la progressiva eliminazione dei corsi sulla storia afroamericana nei curriculum scolastici.
Risale ormai al 1982 la prima edizione di “Banned books week”, nata negli US proprio in risposta a un’improvvisa impennata del numero di contestazioni ai libri nelle scuole, nelle librerie e nelle biblioteche. Da allora si celebra ogni anno nell’ultima settimana di settembre, provando a unire l’intera comunità libraria – bibliotecari, librai, editori, giornalisti, insegnanti e lettori di ogni tipo – nel supporto alla libertà di espressione.